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Ho  il piacere e l’onore di intervistare  Giacomo Biagi, Professore associato confermato presso il Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie dell’Università di Bologna, responsabile del Servizio di Produzioni animali e Sicurezza alimentare (SPASA). Attualmente è titolare dell’insegnamento di “Alimentazione degli animali da compagnia” per il corso di laurea in Medicina Veterinaria, titolare dell’insegnamento di “Alimentazione” della Scuola di specializzazione in Patologia e clinica degli animali d’affezione. Autore di 91 pubblicazioni scientifiche pubblicate su riviste nazionali ed internazionali, durante le feste di Natale il suo libro ” Un menù da cani. Manuale di alimentazione casalinga.” è stato al primo posto nella classifica IBS dei 100 libri più venduti.

Complimenti per i risultati raggiunti dal suo prezioso libro. Quali vantaggi possiamo offrire ai nostri cani e gatti con la cucina casalinga?

Innanzitutto è bene ricordare che la cucina casalinga può offrire dei vantaggi solo se correttamente formulata, così da ottenere una dieta davvero completa e bilanciata. Premesso questo, rispetto ai cibi industriali, i principali vantaggi offerti dalla scelta casalinga consistono nella esatta conoscenza degli ingredienti (importante qualora si sospettino intolleranze alimentari) e, soprattutto nel cane, in una appetibilità in genere più elevata, aspetto utile in presenza di animali inappetenti o che tendono a rifiutare le crocchette.

La formazione universitaria riguardo alla nutrizione casalinga degli animali d’affezione che contributo porta alla professionalità del veterinario? Esistono corsi di alimentazione naturale durante la formazione accademica o post laurea inerenti alla dieta casalinga?

Contrariamente a quanto avveniva in passato, la maggior parte dei corsi di laurea in Medicina veterinaria prevede oggi un insegnamento specifico inerente l’alimentazione di cani e gatti. Personalmente, nell’ambito del corso che tengo per gli studenti di veterinaria di Bologna, dedico 6 ore del corso ad esercitazioni finalizzate alla formulazione di diete casalinghe per cani e gatti (e la formulazione di una dieta casalinga è spesso richiesta anche in sede d’esame). Ad oggi, non credo esistano in Italia corsi universitari post-laurea dedicati in maniera specifica all’alimentazione casalinga degli animali da compagnia.

L’individualità del cane, portatore di bisogni alimentari speciali, come viene valutata dallo specialista?

L’individualità del cane è valutata sulla base di tutte le informazioni che possono essere ricavate dalla visita dell’animale, dall’anamnesi alimentare e dalla eventuale storia clinica del soggetto. E’ proprio in presenza di patologia che la necessità di personalizzare la dieta aumenta.

La dieta BARF viene considerata all’interno dei corsi di formazione universitaria?

Personalmente tratto l’argomento molto brevemente, non so cosa vengo fatto presso le altre sedi.

www.mondadoristore.it

Il bilanciamento energetico come è valutato nel tempo?

Ogni visita nutrizionale comincia con la verifica del peso dell’animale e la valutazione del suo stato di nutrizione per poi arrivare ad una stima dei suoi fabbisogni energetici giornalieri. Successivamente, il proprietario è invitato a controllare con regolarità il peso dell’animale così da ottimizzare la quantità di cibo (e, eventualmente, la composizione della dieta) alle reali esigenze energetiche dell’animale.

Ossa si o no?

Personalmente non formulo diete contenenti ossa per due motivi principali, ovvero la difficoltà di calcolare con precisione la quantità di calcio e fosforo che l’animale assume e la possibilità che le ossa causino lesioni o occlusioni a carico dell’apparato gastrointestinale. Preferisco usare la farina d’ossa (o il fosfato di calcio nei soggetti con sospetto di intolleranza alimentare) come ingrediente, lasciando che il proprietario valuti se impiegare di tanto in tanto le ossa come fuori-pasto.

Il passaggio da una dieta industriale ad una casalinga come deve avvenire?

Sempre progressivamente, calando il cibo che l’animale assumeva precedentemente e aumentando quello nuovo, in non meno di 5 o 6 giorni. Personalmente, attuo un passaggio improvviso solo in presenza di diarrea cronica qualora il sospetto di diarrea dieto-responsiva giustifichi che si passi da un giorno all’altro dal mangime industriale ad una dieta ad esclusione di tipo casalingo.

Ci sono studi e ricerche sulla dieta naturale?

Che io sappia no e del resto sarebbe molto difficile conferire un reale valore scientifico a studi di questo tipo. Cosa si intende per dieta naturale? Quale dovrebbe essere lo “standard” di dieta naturale da studiare? E quale lo “standard” di dieta industriale, nel caso si pensi ad un confronto? Se si intende per dieta naturale qualsiasi cibo di formulazione casalinga, sappiamo tutti che ci sono tante presunte ricette casalinghe formulate in maniera completamente sbagliata e se valutassimo quelle dovremmo concludere che la dieta casalinga è dannosa…

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Dobbiamo ancora guardare a come si nutre il lupo per pensare ad un’alimentazione del nostro cane domestico?

Premetto che condivido l’idea che si debba partire dalla osservazione di come un animale vive in natura per poterlo gestire in ambito domestico ma trovo sbagliato, e un po’ avvilente, che si rifiuti la possibilità di modificare in senso migliorativo, grazie al nostro intelletto, le condizioni di vita del suddetto animale. A prescindere dal fatto che il cane non è più un lupo perché la domesticazione lo ha modificato, fatico a capire la posizione, quasi ideologica e poco scientifica, di chi asserisce che il cane dovrebbe ricevere un certo tipo di dieta perché questa dieta assomiglia a ciò che il lupo mangia in natura. Ma se ho la consapevolezza di poter migliorare la dieta del cane rispetto a quella del lupo, perché non farlo? Il lupo in natura non viene vaccinato, né trattato con antiparassitari, né ha la possibilità di ricevere cure veterinarie e, in definitiva, mangia quello che trova (seguendo la sua natura di carnivoro): vogliamo applicare questo “modello” ai nostri cani? E se la risposta è ovviamente no, perché si fa una eccezione per la sola alimentazione?

Tutti i cibi confezionati per animali sono da evitare? Come possiamo riconoscere i migliori?

La risposta alla prima domanda è no, esistono alimenti industriali di alta qualità così come ne esistono di qualità modesta. La risposta alla seconda domanda è però davvero difficile perché per valutare la qualità di un alimento industriale non posso limitarmi a leggere quante proteine, grassi e ceneri l’alimento contiene ma dovrei ad esempio conoscere la qualità delle materie prime usate per la sua produzione. Per questo motivo io apprezzo la scelta delle aziende che forniscono molte informazioni sui propri prodotti, ad esempio indicando ogni singolo ingrediente impiegato, e non limitandosi ad indicarne la categoria di appartenenza (cosa peraltro permessa dalla legislazione vigente). Poi, anche se non è bello dirlo, anche il prezzo può essere indicativo della qualità di un prodotto.

L’alimentazione casalinga “fai-da-te” può danneggiare i nostri animali?

Certamente sì, sia nel breve che nel lungo periodo. Ancora oggi vediamo cuccioli rachitici perché riceventi diete completamente prive di calcio, gatti intossicati di vitamina A perché riceventi grandi quantità di fegato, gatti con problematiche cardiache da carenza di taurina perché alimentati senza carne o con carne cotta troppo a lungo. E sono solo alcuni esempi.

Quali sono i falsi miti sull’alimentazione degli animali domestici più duri da sfatare?

Ce ne sono tantissimi, alcuni innocui, altri potenzialmente pericolosi. Tra quelli pericolosi, continua a sorprendermi come molti proprietari di cani di taglia grande o gigante pensino che il loro animale debba ricevere un solo pasto al giorno (un’abitudine che aumenta il rischio di torsione gastrica). Un altro mito duro a morire è quello secondo il quale una dieta ricca di proteine favorirebbe in cani e gatti l’insorgenza di una patologia renale cronica, confondendo la necessità di limitare le proteine alimentari in presenza di questa patologia con le cause della stessa. Poi ci sono i miti relativi alla dieta casalinga, e questi in genere sono fortunatamente innocui: per fare un esempio, la maggior parte dei proprietari mi chiede se il riso (o la pasta) deve essere sciacquato dopo la cottura “per allontanare l’amido”. A mio parere non ha senso, visto che il riso è fatto di amido per l’80%, ma me lo chiedono davvero tutti e finirò col convincermi anch’io che sia utile!

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Consigli particolari per i proprietari neofiti?

Uno solo: rivolgersi ad un nutrizionista esperto. E se la dieta è per un animale affetto da una patologia che richiede un regime alimentare specifico, rivolgersi ad un medico veterinario nutrizionista.

Quale specialista può prescrivere una dieta per il nostro cane?

Confesso di non avere il quadro completo della situazione ma la formulazione di diete per animali non è prerogativa del medico veterinario e le figure professionali che possono farlo sono diverse, includendo anche laureati in scienze delle produzioni animali e scienze biologiche, e forse dimentico qualche figura professionale. Lasciatemi però dire che nessuno come il medico veterinario conosce la fisiologia animale e la relazione tra la dieta e le diverse condizioni patologiche che possono colpire cani e gatti, ed è davvero un peccato che l’alimentazione sia stata (ed è forse tuttora) un po’ snobbata dai colleghi veterinari.

All’estero com’è valutata e seguita la dieta naturale?

Non credo che esistano grosse differenze tra i diversi paesi occidentali nei quali comunque la stragrande maggioranza dei proprietari di cani e gatti impiega cibo industriale. So però per certo che in diversi paesi esistono università che offrono un servizio di consulenza nutrizionale, comprendente la possibilità di formulare una dieta casalinga personalizzata, in maniera simile a quanto viene oggi fatto da noi a Bologna e da altre sedi universitarie, come ad esempio Torino.

RINGRAZIO DI CUORE  il Prof. Giacomo Biagi per il tempo dedicato al gruppo di Cino_Cibo all’interno di Facebook, per la sua presenza e costante attenzione, per le sue risposte professionali e puntuali.

RIFERIMENTI PER EVENTUALI CONSULENZE

Dip. Scienze Mediche Veterinarie Alma Mater Studiorum

Università di Bologna via Tolara di Sopra 50

40064 – Ozzano Emilia (BO), Italy

Tel. +39-051-2097379

giacomo.biagi@unibo.it