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Cultura

ATTENZIONE ALLA CATENA DEL FREDDO: LA SINDROME SGOMBROIDE

sindrome sgombroide

Venerdì sera si mangia pesce! Non è per una tradizione religiosa ma è proprio una scadenza famigliare che coinvolge anche le ciotole dei nostri cani, ma attenzione in estate perchè è più facile incorrere in problemi dati dall’interruzione involontaria della catena del freddo. Magari non è un errore nostro ma antecedente all’acquisto: durante il percorso verso la nostra cucina si possono presentare problemi durante le seguenti operazioni:
– carico del prodotto su appositi mezzi di trasporto
– scarico
– stoccaggio in celle frigorifere intermedie o banchi frigo
– carico dei banchi di vendita.
Ogni singola operazione è vista come un anello di una catena in cui non si deve mai fare innalzare la temperatura del prodotto surgelato o raffreddato. Durante la stagione calda le probabilità di un’interruzione della catena del freddo è più probabile. Possiamo comunque in genere stare tranquilli perchè i produttori hanno messo a punto piani di HACCP (autocontrollo dei processi produttivi e distributivi) che fissano i punti critici da controllare da parte dei loro esperti, gli operatori prevedono continui training agli addetti per una manipolazione ottimale e consapevole dei prodotti surgelati.
Ma anche noi dobbiamo porre più attenzione alla normale manipolazione e gestione degli alimenti, in particolar modo del pesce:
– acquistate i prodotti ittici alla fine della spesa
– usate borse termiche per il trasporto a casa
– mettete il pesce nel frigorifero o nel congelatore in 10 minuti
– evitate l’acquisto di pesce visibilmente non fresco o con superficie della confezione  brinata o umida
– accertatevi che nelle confezioni congelate il prodotto non sia ammassato.

Interrompendo la catena del freddo in cosa possiamo incappare?!?

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La sindrome sgombroide è una patologia simil-allergica risultante dall’ingestione di pesce alterato.Viene riportata con la massima frequenza relativamente a specie ittiche a carne rossa, appartenenti alle famiglie Scombridae (come il tonno, tonno pinna gialla, tonnetto striato (chiamato anche bonito), sgombro, lampuga, Clupeidae (sardine, aringhe, cheppie) ed acciughe e specie ittiche imparentate con queste, refrigerate o conservate in modo non adeguato dopo la pesca o per problemi di rottura della catena del freddo.

La sindrome sgombroide può derivare per l’innesco di processi di degradazione si producono quantità importanti di istamina.

L’istamina è una delle sostanze tossiche implicate nell’intossicazione sgombroide.

L’istamina non viene distrutta dalle normali temperature di cottura, di conseguenza il pesce mal conservato o lavorato anche se adeguatamente cotto può contenere istamina che provoca la sindrome.

L’istamina è un mediatore chimico delle reazioni allergiche, i sintomi che determina sono quelli che ci si hanno in corso di gravi reazioni allergiche:

  • Disturbi gastroenterici (ad es. diarrea, dolori addominali, pesantezza di stomaco, crampi o flatulenza)
  • Eruzione cutanea, prurito, orticaria
  • Asma, difficoltà respiratorie
  • Nausea, palpitazioni, vertigini
  • Irritazioni della mucosa nasale.

Di norma, i disturbi compaiono circa 45 minuti dopo l’assunzione di alimenti contenenti istamina e scompaiono dopo un lasso di tempo variabile.

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Ci sono altri alimenti che sono ricchi naturalmente di istamina o che stimolano la liberazione di istamina nell’organismo del cane:

Alimenti ricchi di istamina

  • Pomodori, crauti, spinaci
  • conserve
  • pesce in scatola: conservati, marinati, salati o essiccati (sardine, tonno, sgombro, acciughe, aringhe)
  • pesce affumicato (aringa, salmone..)
  • crostacei e frutti di mare
  • formaggi fermentati e stagionati
  • aceto di vino
  • lievito.

Alimenti istamino-liberatori

  • Fragola, banana, ananas, papaya, agrumi (arance, pompelmi…), kiwi, lampone, pera, avocado
  • molluschi e crostacei
  • noci, nocciole, mandorle e anacardi
  • albume d’uovo
  • carne di maiale.

State attenti se date questi tipi di pesce ai vostri cani , dovete far consumare pesce che ha mantenuto in modo corretto la catena del freddo, dal momento della pesca fino al consumatore finale.