Skip to main content

Schermata 2016-04-03 alle 18.37.37

Il tarassaco, dente di leone, piscia cane o come lo chiamate nella vostra regione, è stato utilizzato nel corso della storia per il trattamento di tutto, dai problemi al fegato e malattie renali, al bruciore di stomaco e per l’ appendicite .
Ogni parte di questo comune erba spontanea – dalle radici ai fiori – è commestibile, piena di vitamine A, B, C e D, così come di minerali come ferro, potassio e zinco.

Alcuni vantaggi delle foglie di questa erba spontanea:

– vantano più beta carotene delle carote, sono utilissime per la salute degli occhi!
– forniscono il 535% del valore giornaliero raccomandato di vitamina K, che è vitale per rafforzare le ossa e prevenire il declino cognitivo.
Uno studio del 2011 ha dimostrato che il tè radice di tarassaco può indurre le cellule leucemiche a morire, tutelando invece le cellule sane.
La pianta è un diuretico che aiuta i sgomberare rifiuti, sale e l’acqua in eccesso reni, aumentando la produzione di urina, è ricca di antiossidanti – che possono aiutare ad evitare l’invecchiamento precoce, il cancro e altre malattie causate da stress ossidativo.
Ricerche dimostrano anche che l’estratto di tarassaco potenzia la funzione immunitaria e combatte i microbi, stimola l’appetito e protegge lo stomaco, mentre la radice della pianta può agire come blando lassativo.

COME COINVOLGERE IL TARASSACO NELLA CIOTOLA???

Frullando le foglie fresche con un goccio di olio e di acqua, oppure con un pò di yogurt e unendo il tutto alla carne nella ciotola.

Rosolando le foglie tagliate grossolanamente con l’aglio
o con dello zenzero aggiungendo sapore e togliendo l’ amarezza spesso associata alle foglie.

Immergendo il tarassaco in acqua bollente per 20 a 30 secondi aiutando così a ridurre questo sapore acre e la croccantezza che non a tutti i cani piace.

Facendo una specie di pesto, tritando le foglie di tarassaco, dei semi di zucca tostati e del grana, amplificando così il potere dei tre alimenti.

Mettendo i fiori di tarassaco in aceto di mele per quattro settimane , filtrate e conservate in un luogo buio per un massimo di dodici mesi ed utilizzate all’evenienza.

112