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COME ALIMENTARE IL CANE ANZIANO Dottor Lorenzi Giovanni

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Quando si pensa al cane anziano, la prima domanda che ci si pone è: ma quando un cane è anziano?
La “saggezza” popolare vorrebbe che l’età si possa rapportare a quella dell’uomo moltiplicando gli anni del cane per sette.
In realtà il calcolo non è così semplice, e in ogni caso, anche da uomo a uomo i fenomeni di invecchiamento intervengono con enormi differenze individuali.
Per il cane si può senz’altro dire che nel cane di taglia grande-gigante i processi di invecchiamento e le patologie ad essi legate si instaurano senz’altro più precocemente rispetto a cani di piccola mole; è importante a questo punto l’osservazione del proprietario accompagnata da periodiche visite del veterinario, tenendo presente che spesso, il proprietario, tende a negare l’invecchiamento sia proprio che del proprio cane.
Vogliamo comunque fornirvi una tabella di comparazione.

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Sintomi dell’invecchiamento del cane sono una diminuzione delle prestazioni, a causa della diminuzione della massa muscolare e dell’efficienza cardiaca, il cane si stanca più facilmente, si presentano o peggiorano gli acciacchi delle articolazioni, l’attività del sistema immunitario cala con una maggiore predisposizione alle malattie; i cani vecchi ci vedono meno, anche a causa delle frequenti cataratte senili, hanno problemi di denti e gengive, l’intestino e lo stomaco rallentano la loro attività, il fegato e i reni sono spesso compromessi, vi è una tendenza all’ingrassare, anche dovuta alla minore attività fisica.

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Questo elenco non deve spaventarci,ma darci la trama, farci porre l’attenzione sui principi nutritivi sui quali occorre porre l’attenzione.
La diminuzione della massa muscolare richiederà un aumento della componente proteica della razione, ma soprattutto un migliore apporto proteico, con proteine più digeribili., accompagnato da una riconsiderazione della fornitura di energia, se l’attività fisica è diminuita, al fine di prevenire un aumento di peso che oltre a gravare sulle articolazioni, accorcerebbe l’aspettativa di vita del cane.
Dal punto di vista pratico, ci si può rivolgere a diete pronte specifiche, che in genere tengono presenti le esigenze nutrizionali del cane anziano.
Principi generali potrebbero comunque essere il diminuire la quantità di cibo fino anche del 30% , tenendo conto dello stato di nutrizione, l’aumento della frequenza dei pasti (fino a tre-quattro volte al giorno) per non forzare tropo l’apparato digerente, offrire pezzi più piccoli, tenendo presenti le difficoltà nella masticazione, l’aggiunta di acqua calda al cibo, specie se secco, fornendo così acqua, la cui assunzione è generalmente diminuita.
La qualità dell’apporto proteico dovrebbe migliorare, con proteine che producono meno scorie che aumenterebbero il lavoro dei reni.
Utilizziamo quindi nella razione carne magra di pollo, agnello, bovino, ma anche di pesce, uova, latticini. Se si utilizza un prodotto commerciale, badare che in etichetta la proteina non superi il 18-20% e che nell’elenco degli ingredienti la voce “farina di carne” o “farina di pesce” siano al primo posto.
Per stimolare l’attività dell’intestino occorre aumentare la componente di fibra della dieta, badando che in un cibo commerciale sia almeno il 2%, offrendo nel cibo casalingo una maggior quantità specialmente di carote, ma di verdura in genere, o addizionando della crusca; oltre a ciò la presenza di fibra ci permetterà di aumentare di un poco la quantità di cibo, facendo felici, tra i nostri cani, quelli che sono “buone forchette”.
L’aumentato fabbisogno in vitamina B e E si copriranno offrendo rispettivamente latticini, germe di grano lievito di birra e olii vegetali ma anche di pesce, facendo attenzione per questi ultimi a non alterare troppo l’apporto energetico.
Anche il fabbisogno di minerali cambia, sia nella qualità che nella quantità; mentre aumenta l’esigenza di calcio, occorre fare attenzione a non esagerare con il fosforo, che potrebbe portare a calcolosi renale (non più di 75 mg. /kg. P.v. al giorno).
Anche il normale sale dovrebbe essere evitato, salvo specifiche prescrizioni veterinarie, per evitare la ritenzione idrica.
Al contrario il fabbisogno di zinco aumenta, come pure quello delle vitamine, sia per un maggior fabbisogno, sia per un diminuito assorbimento.
Solo per quanto riguarda la vitamina A sarà necessario fare attenzione a non fornirne in eccesso, facendo quindi attenzione nella somministrazione di frattaglie.
Attenzione infine alle patologie metaboliche (diabete), ormonali, e degenerative, più frequenti nell’animale anziano come pure ad una diminuita attività renale, che meritano una considerazione a parte; per questo , ancora una volta, occorrono regolari controlli da parte del veterinario ed eventualmente diete specifiche.

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